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Breve storia della Issel

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Alla fine del settembre 1943, in Val Taleggio si erano radunati gruppi di sbandati e di ex prigionieri, che non vennero subito coordinati dal CLN di Bergamo, molto impegnato – in quelle settimane – nell’organizzare il passaggio in Svizzera dei prigionieri di guerra evasi dal campo di Grumello al Piano.  I primi contatti tra quei gruppi e la Resistenza avvennero tramite  i ‘milanesi’ Antonio Manzi e Giulio Alonzi, del Partito d’Azione,  e per questo tramite nacque a Cantiglio il primo gruppo organizzato, di cui faceva parte anche Giorgio Issel, caduto nel rastrellamento del 3-4 dicembre 1943 e da cui la futura Brigata Garibaldi prenderà il nome.

Scompaginato il gruppo fino a quel momento meglio organizzato, alla fine dell’inverno, tra il marzo e l’aprile 1944, a Pizzino, Vedeseta e Olda si formarono nuclei  cui partecipano numerosi ex prigionieri di guerra, tra i quali Zaric Voislav, attivo nella rete per gli espatri e  che sarà poi arrestato nel maggio del 1944 a Lecco con il gruppo Colombo, Minonzio,Frigerio e sorelle Villa.

La reazione nazifascista colpì anche questi gruppi, ma altri si formarono. In particolare, alla fine del maggio 1944 ritornò a Cantiglio un gruppo capeggiato da  Gastone Nulli ‘Gastone’, chiamato ‘Compagnia della teppa’ e che  divenne punto di riferimento per i sempre più numerosi renitenti ai bandi di leva della Repubblica Sociale, alcuni dei quali venivano dal milanese ed erano favorevoli alle posizioni più combattive, in contrapposizione con quelle più attendiste di altre formazioni.

Nel giugno questa formazione si coordina con quella di Pizzino, comandata da Rino Locatelli, dando vita ad una “formazione autonoma garibaldina”, subito scompaginata dal rastrellamento di fine luglio in Valtaleggio e in Valsassina, che ebbe pesantissime conseguenze sulla popolazione civile.

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Alla fine di luglio, Wando Aldrovandi, comandante della 40^ Matteotti che operava in Valsassina e Valtellina, cercò inutilmente di prende contatti con Gastone e i suoi; Gastone, del resto, sembrava orientarsi verso posizioni più attendiste e persino di ‘accordo’ con le autorità fasciste e ciò provocò l’allontanamento dei gruppi più legati al Partito d’Azione e  alle Fiamme Verdi.

Intanto però i comandi garibaldini ripresero i contatti con gli uomini della Valtaleggio e venne raggiunto un accordo che, rispettando le posizioni autonomiste di Gastone, consentì ai comunisti di organizzarsi all’interno della formazione garibaldina autonoma e di condividerne il comando tramite la figura del commissario politico.

Si arrivò così nell’agosto 1944, nell’ambito della riorganizzazione complessiva delle Brigate Garibaldine (la stessa che portò a creare la 55^ Rosselli con i distaccamenti valsassinesi precedentemente inquadrati nella 40^ Matteotti) a riconoscere la ‘formazione autonoma’ come ‘86^ Brigata garibaldina Giorgio Issel’.

I rapporti tuttavia rimasero difficili per l’ambiguità delle scelte di Gastone, fino a quando, dopo il rastrellamento dell’ottobre 1944, egli firmò un ‘patto di non aggressione’ tra la Issel e le forze germaniche. Ne seguì un duro scontro con i comandi locali e regionali delle Brigate Garibaldi  che portò allo scioglimento della Issel: chi accettò i patti di Gastone si consegnò ai tedeschi, gli altri restarono in montagna,  ma in altre formazioni.

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La Resistenza in Val Taleggio

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