A.N.P.I. LECCO
Brigata "Giancarlo Puecher"
Già nel settembre del 1943, a Ponte Lambro si costituì un gruppo autonomo animato dal parroco don Giovanni Strada,
da Franco Fucci (ufficiale del V° Alpini reduce dalla Grecia e sfollato, assieme al suo reparto, da Milano alla caserma Sirtori
di Lecco) e da Giancarlo Puecher Passavalli, residente a Milano e sfollato a Lambrugo nella villa di famiglia. Nel settembre e
ottobre 1943 questo gruppo è protagonista di azioni per il recupero di vettovagliamenti e di armi e prende i primi contatti
con i nuclei che stanno dislocandosi sulle montagne.
Arrestato il 12 novembre e fucilato il 21 dicembre 1943, Giancarlo Puecher divenne subito un riferimento ideale per il movimento
partigiano.
Quattro formazioni combattenti presero il suo nome, tra le quali la “Brigata Puecher" che agì nella zona definita dai comuni
di Lambrugo, Lurago, Nibionno, Bulciago, Castello Brianza, Bevera, Cassago, Barzanò, Monticello, Casatenovo, Missaglia, Ello, Molteno, Villa Raverio e Seregno.
Questa Brigata, di ispirazione cattolico-liberale, nacque tra la fine del 1944 e le prime settimane del 1945 dall’azione di Umberto
Rivolta “Sandri”, vecchio antifascista erbese, che mise in contatto i piccoli gruppi, silenti ma presenti, nei paesi tra Erba e Lecco,
antifascisti che avevano dovuto lasciare Milano, partigiani scesi dalle montagne dopo i rastrellamenti.
Nel febbraio 1945 la ‘Puecher’, guidata dal comandante Pietro Sasinini (Sass) e dal commissario Umberto Rivolta entrò a far parte del ‘Raggruppamento Alfredo di Dio’.
Forte di 250 uomini, nei giorni dell’insurrezione venne inquadrata, come formazione autonoma, nel Comando unificato di Lecco.
Nel pomeriggio del 26 aprile la Puecher accorse a dare man forte ai partigiani di Merate, nel tentativo di costringere alla resa il presidio Tedesco, composto da più di 500 S.S. Poiché le trattative arrivarono a un punto morto, alla sera i partigiani della Puecher si mossero con due camion per tornare alla base ma lungo la strada, nei pressi di Rovagnate, furono attaccati a colpi di mitraglia dai fascisti della Brigata Nera Tagliamento che si erano nascosti ai lati della strada.
Il bilancio fu tragico: 19 morti, 4 feriti e 10 prigionieri.